Sabato 24 Marzo 2007
"Relitto
della Amoco Milford Haven", la mia prima immersione Trimix al di sotto dei
50 metri.
In questo scorcio di inverno ritardatario, ci siamo trovati alle 6.30 di questo
primo sabato di primavera e siamo partiti alla volta di Fiumaretta SP, per
ritirare le nostre bombole presso il diving LorenzoSub. Arrivati alle 8 davanti
al centro, che si trova a 10 metri dal torrente "Magra" vediamo le onde del
mare, distante poche centinaia di metri, risalire il fiume, e questo, ci
preoccupa perché è il chiaro segnale di condizioni marine sfavorevoli. Lorenzo,
che ringraziamo per la levataccia, ci consegna i "bibo" e le decompressive,
ricaricate nei due giorni precedenti, ed iniziamo ad analizzare i gas e a
registrare i valori riscontrati sul registro del centro e sui nostri adesivi.
Verificata la precisione delle percentuali dei GAS, grazie all' esperienza del
miscelatore, stiviamo sull'auto le bottiglie e iniziamo il viaggio alla volta di
Arenzano dopo una chiamata telefonica per verificare la fattibilità del tuffo.
Arenzano ci accoglie con un mare decisamente abbordabile ed un pallido sole.
Felici di poter procedere con la nostra immersione, scarichiamo tutto l'
equipaggiamento e ci prepariamo rapidamente ad imbarcarci. Giunti sulla
verticale del relitto, il vento teso da sud est ci fa capire che le condizioni
cambieranno rapidamente, quindi ci affrettiamo ed entriamo in acqua dopo gli
ultimi controlli pre immersione. Già a tre metri la visibilità ci appare
immediatamente pessima; verificata l'assenza di eventuali perdite di gas,
affondiamo decisamente seguendo diligentemente la linea di discesa. Guadagniamo
la sommità del cassero a -33 metri e controlliamo rapidamente aprendo e
chiudendo le bombole contenenti EAN50 l'effettivo funzionamento dei nostri
apparati decompressivi, quindi al segnale procediamo per il nostro obbiettivo:
la base del gigantesco fumaiolo a -55 metri. Mi colpisce immediatamente la
limpidezza dei miei pensieri, la visione chiara, la consapevolezza nuova che
provo al di sotto dei -50 metri nonostante una visibilità di 5/6 metri. La
comunicazione rapida con gli altri sommozzatori, la mia prontezza, il tranquillo
e rilassato "pascolare" in profondità sul ponte della Haven cogliendo dettagli
altrimenti per me inesistenti, mi fa comprendere immediatamente la differenza da
un'immersione profonda ad aria, la sicurezza di una narcosi equivalente ad
un'immersione a 30 metri!. Sono io che sto gestendo l'immersione! Non stiamo
subendo l'immersione! Iniziamo la lenta risalita, di piano in piano lungo le
scalette, curiosiamo nelle finestre, nelle porte e giunti infine al ponte di
comando attraversiamo il locale sbirciando dai finestroni sul lato di prua, ma
le condizioni di visibilità ridotta non ci consentono di cogliere altri
dettagli. Risaliti a -30 metri iniziamo la lunga sequenza decompressiva, qui la
differenza rispetto ad una immersione decompressiva ad aria si fà sentire, le
soste ravvicinate e numerose, il controllo preciso e puntuale della velocità di
risalita già dal profondo richiedono una dose di attenzione nell'esecuzione
notevolmente diversa. Arrivati alla barra posta a -6 metri "sentiamo" il mare e
le cambiate condizioni marine. La jonline ci aiuta a non subire scossoni, in
condizioni di assenza di corrente, ma di salita e discesa continua della
stazione decompressiva. Terminata la nostra "RunTime" risaliamo e stivate le
attrezzature sul gommone rientriamo in porto in un crescendo di onde, nuvole e
pioggia.
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