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Qui sotto possiamo vedere lo
scudo esterno in ottone cromato con l'attacco per il corrugato che porta
il gas espirato alla valvola di scarico. Contando quanti anni possiede
l'erogatore visualizzato posso dirvi che la qualità della cromatura è
veramente eccezionale. |
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Nella fotografia seguente
possiamo vedere il pezzo dell'erogatore di più difficile conservazione; la
valvola di scarico, costruita in gomma, era immersa totalmente nell'acqua
che penetrava attraverso i fori laterali dello scudo. Possiamo notare
l'estrema semplicità del congegno, l'espirazione espandeva le lamelle a
destra facendo fuoriuscire l'aria compressa, mentre l' inspirazione creava
una depressione che tendeva ad appiattirle, unendole, rendento stagno il
corrugato a sinistra. La pressione dell'acqua che circondava tutta la
valvola, premeva e tendeva a chiuderla. |
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Di seguito noterete l'
"o-ring" esagonale di tenuta tra il riduttore di pressione e lo scudo
posteriore, e le due lamelle di trasmissione della pressione ambiente
dalla membrana al riduttore di pressione. |
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Nella fotografia seguente,
lo scudo posteriore con l'o-ring ancora in sede e l'attacco del corrugato
di inspirazione. In secondo piano la grande membrana con il grande
piattello protettivo di acciaio. La membrana creava una camera stagna
nella metà che vedete dell'erogatore in cui risiedeva il riduttore di
pressione. |
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Qui possiamo vedere in
dettaglio il riduttore di pressione con il filtro sinterizzato e l'ugello
di emissione del gas. In alto a sinistra si nota sporgere la rotella di
taratura del riduttore di pressione. La staffa che vedete è identica alle
staffe ancora oggi in uso sugli erogatori INT. |
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I corrugati in gomma ed il
boccaglio. Notate le clip di fissaggio del boccaglio alla maschera. Non
erano presenti valvole di non ritorno, ed entrambi i corrugati facevano
parte entrambi di un'unica camera di circa 1,5 litri nella quale creare la
depressione per attivare lo spillo di apertura della valvola. |
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